Alla mia donna

 

Essere un angelo vorrei mia donna, per un parlar di cielo. Vorrei carpire ad

ogni idioma, ciò che tradur non può l’uman pensiero. Vorrei tessere per te,

meritata lode che cento dir, più cento, non possono mai vestire l’anima tua

bella che mi donasti sposa. Solo l’infinito può coronar tua fronte, con mille

stelle profumate e belle, cadute per te, su questo vecchio prato, ove giocammo

insieme, insiem amato abbiamo.

 Sei tutto quello ove giocammo insieme, insiem amato abbiamo. Sei tutto quello

che il Creator mi crea: lodi, pensier, amore, affetti sovrumani, che nel parlar

si tace, per non turbare il bello, che in te gioioso giace. Grazie a Te, o

Signor, per l’amor mio che generoso hai dato e umil nel mio niente, una

preghiera ascolta, tanto sentita e ardente. Il dì che compiuto sarà il Tuo

disegno, fa che io dorma lieto, sul suo materno seno.