Ultimo aggiornamento: 29-03-22

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Canto degli Angeli

In questa sezione vi presentiamo tre esperienze di interferenze Angeliche avvenute: le prime due nel salone Gesù liberatore (Margifaraci), e la terza nel salone Parrocchiale la Noce Palermo...

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Tempo dello Spirito Santo

Canto in lingue e "Interferenze angeliche" di Padre Matteo La Grua

                 
Nei nostri incontri di preghiera ci sono momenti in cui dall'assemblea si leva come un mormorio di voci, che somiglia al mormorio delle acque di un ruscello, al fruscio delle foglie degli alberi del bosco solcati da una brezza, e la preghiera vocale si trasforma in un canto, in cui ognuno dei partecipanti interviene con una sua melodia, e tutti insieme concorrono a produrre un'armonia strana ma bella.


Il canto può assumere la forma del giubilo, noto alle prime generazioni cristiane di cui parla anche S. Agostino, commentando il salmo 32 (33), versetto 3: " Cantate al Signore un canto nuovo", o " in iubilatione ", come legge nella sua traduzione spiega quella " iubilatio " (o giubilo) come l'immagine dei lavoratori dei campi, I quali, quando mietono o quando vendemmiano o quando sono occupati in qualsiasi altro lavoro, cominciano ad esultare usando le parole dei canti, ma poi, inondati di letizia incontenibile, e non potendo esprimersi in parole, lasciano cadere le sillabe delle parole e si abbandonano al suono del giubilo, intendendo così spiegare senza parole quello che sentono nel cuore.

Allora la gioia si dilata al di là dei limiti delle sillabe.


Questo canto improvvisato senza parole lo troviamo nelle antiche liturgie, soprattutto pasquali, fino al IX secolo, quando la melodia spontanea e libera che seguiva l'ultima nota del canto venne sostituita dalla sequenza, con parole fisse e melodia prestabilita.
 
Nella preghiera privata la pratica del giubilo, ossia del canto improvvisato senza parole, o con fonemi propri la ritroviamo nel Medio Evo e nell' Età Moderna, come ci testimoniano le vite dei santi: S. Francesco d'Assisi, S. Teresa d'Avila, S. Giovanni della Croce.
 
Il giubilo, oggi, nel risveglio dei carismi, è comune nei Gruppi di Rinnovamento e nella preghiera privata di molti carismatici. E forse quel " prego nello Spirito " di S. Paolo può essere inteso in questo senso.

Oltre che la forma del giubilo, il canto in lingue può assumere forme di un canto polifonico con parole articolate come se fossero vere lingue, e non è escluso che a tratti, lo siano.

 

Le persone, quasi ascoltandosi tra di loro, convergono nell'esprimere un unico sentimento di lode o di ringraziamento o anche di implorazione di perdono.

Succede talvolta, durante questi canti, di udire altre voci, come voci di un coro lontano che si avvicina e si unisce al canto dell'assemblea; succede anche di sentire il suono di altri strumenti, diversi da quelli usati dall'assemblea, che potenziano la musica e danno la sensazione di una deliziosa armonia celeste che integra quella terrena.


La percezione di questi suoni (arpe, flauti, campane) talvolta è avvertita da alcuni dei partecipanti; a volte invece sembra captata da tutti o quasi tutti I presenti. Che si tratti, in questo caso, non di un fatto soggettivo personale, di una forma di suggestione collettiva, ma di un fenomeno reale oggettivo, trova conferma nella registrazione delle cassette. Riascoltando I nastri sonori, rileviamo con meraviglia queste " interferenze ", che convenzionalmente chiamiamo " interferenze angeliche " o " canti degli angeli ".


Pensiamo che ci siano presenze celesti che si uniscono a noi nel lodare l'unico Signore del cielo e della terra.

Ma gli angeli effettivamente cantano e suonano strumenti, se sono puri spiriti?
Nell'Apocalisse assistiamo a solenni liturgie, in cui gli angeli, nei diversi ordini, intervengono con canti e suoni di arpe e di altri strumenti musicali. Si parla anche di trombe, di voci possenti, di tuoni come il fragore di molte acque, di cori angelici, di canti particolari.

 

 Si tratta evidentemente di visioni o di audizioni dell'autore dell'Apocalisse. Però attraverso questi segni,  Dio narra la storia della Chiesa, il passato, il presente, il futuro,  e fa intendere I misteri del Regno; osteggiato dal malvagio, che alla fine sarà distrutto con la vittoria definitiva dell'Agnello.


Il canto degli angeli è la traduzione, in termini comprensibili a noi, di quella lode che gli spiriti celesti e tutte le creature rivolgono a Dio; una partecipazione del cielo alla lode che sale dalla terra, una condiscendenza di Dio alla nostra preghiera, facendo usare agli angeli il nostro linguaggio...

Possiamo anche formulare un'altra ipotesi, almeno in alcuni casi. Nessuna voce, nessun canto isolato o corale si perde nell'universo.. Dio, con un particolare suo intervento, può farci riudire tratti di cori liturgici di altre epoche, o suoni di strumenti di altri tempi, effettivamente eseguiti, lembi di lode corale del passato, per dire che tutto, passato e presente, si fonde in un'unica lode.


Qualsiasi spiegazione è buona se l'accettiamo col cuore di bambini, grati a Dio di quello che fa per attirare l'attenzione sulla sua presenza in mezzo a noi.

 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 29-03-22